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Progetto “Bizilagunak: la famiglia della porta accanto”

Buone prassi Inclusione sociale ed accoglienza

Il progetto “Bizilagunak: la famiglia della porta accanto” è cominciato nel 2012 e prende spunto da un progetto lanciato anteriormente da un’associazione ceca, in cui l’idea principale è quella di creare momenti d’aggregazione tra le famiglie di origine migrante e locali. Il progetto si svolge dunque a livello locale, con l’obiettivo di creare relazioni sociali tra le diverse famiglie dello stesso vicinato al fine di rafforzare un senso di appartenenza condiviso, incoraggiare l’accettazione reciproca e la coesione sociale più in generale. Il progetto considera il momento del pasto un’occasione per riunire le famiglie attorno a un tavolo, ospiti di una famiglia in una casa privata, e permette ai commensali di condividere storie ed esperienze personali in un ambiente rilassato. Chiunque desideri può prendere parte al progetto e non solo una famiglia considerata “tradizionale”. Durante il processo di adesione, le famiglie possono scegliere se ospitare o essere ospitati, indicano le lingue straniere che conoscono, abitudini alimentari, allergie, animali domestici, eccetera. Una volta parte del progetto, le famiglie sono accompagnate da un facilitatore per la comunicazione tra i partecipanti, che li aiuta anche nella fase di preparazione ed organizzazione dell’incontro.

Il giorno “del pranzo”, la famiglia ospitante prepara il pasto ed accoglie gli ospiti alla presenza di un mediatore che facilita la comunicazione e la creazione di uno spazio in cui ognuno si possa sentire a proprio agio. Una volta rotto il ghiaccio, i bambini cominciano a giocare tra di loro e i genitori cominciare a parlare delle proprie tradizioni, usi e costumi. L’operatore aiuta anche le famiglie nella comunicazione quando necessario, specie nei casi di possibili incomprensioni linguistiche o culturali.

L’associazione Guipizkoa Solidarity crede che tutti siano cittadini baschi in equale misura, e questo tipo di relazioni combattono gli stereotipi e la diffidenza, riducendo la distanza percepita tra i nativi e le persone d’origine straniera. Allo stesso tempo il progetto promuove l’inclusione sociale tra i residenti dello stesso quartiere, facilitando una convivenza pacifica, o per meglio dire: l’uguaglianza. Negli anni, l’iniziativa ha riscosso molto successo, tanto che nel 2012 si organizzarono 65 pranzi mentre nel 2014 più di 230, ma il progetto ha anche avuto un impatto ulteriore constatando che le famiglie partecipanti hanno continuato a rimanere in contatto.